SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XVIII LEGISLATURA ——




Giovedì 7 novembre 2019


alle ore 9,30


164a Seduta Pubblica
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ORDINE DEL GIORNO



I. Discussione del disegno di legge:

II. Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (testi allegati) (alle ore 15)

III. Informativa del Ministro dello sviluppo economico sulla situazione dell'azienda ILVA (alle ore 16,30)


INTERROGAZIONE SUL RECEPIMENTO DELLA NORMATIVA EUROPEA IN MATERIA DI GAS FLUORURATI


(3-01218) (6 novembre 2019)

STEGER, UNTERBERGER, DURNWALDER - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

il regolamento (UE) n. 517/2014 sui gas fluorurati a effetto serra, e che abroga il regolamento (CE) n. 842/2006, prevede controlli periodici delle perdite su impianti fissi di refrigerazione contenenti gas fluorurati a effetto serra oltre un determinato limite quantitativo, l'assegnazione di quote per l'immissione in commercio di idrofluorocarburi da parte di produttori e importatori e l'obbligo di istituzione e tenuta, per ciascuna apparecchiatura, di un apposito registro dei gas fluorurati al fine di controllare il rispetto delle quote assegnate;

all'articolo 4, paragrafo 1, limita le attività di controllo delle perdite esclusivamente ai casi di apparecchiature contenenti gas fluorurati a effetto serra in quantità pari o superiore a 5 tonnellate di anidride carbonica equivalente, escludendo che siano sottoposte a controlli le apparecchiature ermeticamente sigillate contenenti gas fluorurati a effetto serra in quantità inferiori a 10 tonnellate di anidride carbonica equivalente, purché le stesse siano etichettate come ermeticamente sigillate, nonché i commutatori elettrici, sebbene a determinate condizioni indicate espressamente dalla norma;

il legislatore europeo ha espressamente individuato i limiti quantitativi al superamento dei quali scatta l'obbligo di controllo delle eventuali perdite e, di conseguenza, l'obbligo di tenuta del registro di cui all'articolo 6 del regolamento;

con decreto del Presidente della Repubblica 16 novembre 2018, n. 146, in vigore dal 24 gennaio 2019, il legislatore italiano ha provveduto a disciplinare le modalità di esecuzione del regolamento europeo, tra l'altro abrogando il previgente obbligo di comunicazione ad ISPRA, ma introducendo, a decorrere dal 24 settembre 2019, l'iscrizione e la comunicazione alla banca dati gestita dalla camera di commercio competente, per via telematica, di tutte le operazioni di vendita di gas fluorurati a effetto serra e di apparecchiature contenenti gas fluorurati, nonché delle attività di assistenza, manutenzione, riparazione e smantellamento delle apparecchiature, poste in essere dalle imprese che operano nel settore, senza tuttavia specificazioni in ordine al superamento di soglie;

tuttavia, in base a indicazione pubblicata il 4 febbraio 2019 sul proprio sito internet, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha tenuto a specificare che "la soglia di 5 tonnellate di CO2 equivalenti è utilizzata esclusivamente per determinare gli obblighi e la frequenza dei controlli delle perdite", estendendo quindi l'obbligo oltre il limite previsto dalla normativa europea e introducendo, in tal modo, costi burocratici ingiustificati a carico delle imprese italiane, con conseguenti squilibri concorrenziali in rapporto alle imprese di Paesi europei limitrofi;

inoltre, con riferimento ai controlli delle perdite e all'obbligo di comunicazione alla banca dati, l'articolo 16, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica n. 146 del 2018 estende l'applicazione della norma a "ogni intervento successivo" al primo intervento di controllo delle perdite, di manutenzione o di riparazione di apparecchiature", laddove il regolamento (UE) n. 517/2014 limita invece la registrazione delle informazioni ai gas fluorurati ad effetto serra aggiunti o recuperati durante l'installazione, la manutenzione o l'assistenza o a causa di perdite (punti 20) e 21) dell'articolo 2);

pertanto, il decreto del Presidente della Repubblica introduce disposizioni di attuazione del regolamento europeo le quali risultano di fatto più severe e restrittive di quanto previsto dalla legislazione europea richiamata,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, al fine di rimuovere le incongruenze riscontrate in sede di esecuzione del regolamento, non ritenga opportuno chiarire, innanzitutto, che l'obbligo di iscrizione alla banca dati di cui all'articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica n. 146 del 2018, si applica solo alle apparecchiature contenenti gas fluorurati in quantità pari o superiori a 5 tonnellate di anidride carbonica equivalente e che con l'espressione "ogni intervento successivo" si intendono esclusivamente gli interventi di installazione e manutenzione o assistenza come definiti dal regolamento europeo, svolti sulle apparecchiature che comportino aggiunte o recupero di gas fluorurati.


INTERROGAZIONE SULLE INIZIATIVE PER FAVORIRE IL RICICLO DEI MATERIALI PLASTICI


(3-01222) (6 novembre 2019)

ARRIGONI, BRIZIARELLI, PAZZAGLINI, BRUZZONE, BORGONZONI, CAMPARI, SAPONARA, PISANI Pietro - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

l'industria che lavora la plastica rappresenta uno dei motori trainanti dell'economia del nostro Paese;

secondo quanto riportato dal centro studi "Ucima" (associazione nazionale di Confindustria), per l'anno 2017, l'industria dei costruttori di macchine automatiche per il confezionamento e l'imballaggio di prodotti conta 228 imprese in Emilia-Romagna, 178 in Lombardia, 75 in Veneto, 72 in Piemonte e 28 in Toscana;

su un totale di 7 miliardi di euro di fatturato annui in questo settore, solo l'Emilia-Romagna segna dunque oltre 4,4 miliardi di euro, ovvero il 61,9 per cento del totale, e un numero di addetti pari a 16.968 persone, quasi tre volte in più rispetto alla Lombardia (6.167) e ben oltre il Veneto (3.064 occupati), il Piemonte (2.816) e la Toscana (1.184);

oggi diverse aziende perseguono vie innovative, nuove tecnologie in grado di contenere, limitare e ridurre a zero l'impatto ambientale e creare ricchezza economica dal rifiuto potenzialmente dannoso; nell'economia circolare, infatti, che è alla base del riciclo dei materiali, ogni rifiuto diventa risorsa e fonte di ricchezza;

questo dimostra che si può fare industria tutelando, allo stesso tempo, l'ambiente;

molti Paesi europei sono in questo timonieri dell'economia circolare nel campo della plastica: ad esempio, in Germania, da anni si sono adottate vie virtuose, attraverso lo sviluppo e la regolamentazione della partecipazione pubblico-privata, al fine di incentivare economicamente i comportamenti virtuosi dei cittadini nella raccolta dei materiali destinati al riciclo;

il nostro Paese, da un lato, dimostra sempre un'altissima soggezione verso modelli nord-europei imposti dalle strutture tecnocratiche di Bruxelles spesso non adatti alla nostra cultura sociale e giuridica, dall'altro lato, è incapace di recepire le buone pratiche nei fatti dimostratesi efficienti e come tali riproponibili anche nel nostro ordinamento. In Italia si adotta sempre la strada più semplice, sanzionando il mondo produttivo e non incentivando i comportamenti virtuosi che i cittadini potrebbero assumere con politiche più lungimiranti;

in Germania, ad esempio, il riciclo valorizza piuttosto il vuoto a rendere attraverso la raccolta fatta direttamente dai consumatori, che riconsegnano direttamente ai punti vendita della grande distribuzione i contenitori ricevendo in cambio buoni acquisto spendibili all'interno delle stesse strutture,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire per avviare, in tempi rapidi, uno studio di fattibilità di politiche di contrasto all'inquinamento ambientale attraverso l'incentivazione dei comportamenti virtuosi dei cittadini anche attraverso stipule di convenzioni di partenariato pubblico-privato, volte a mettere in campo un vero sistema, che non vada a sanzionare la nostra industria, ma al tempo stesso sia capace di sviluppare una reale economia circolare.


INTERROGAZIONE SUGLI INVESTIMENTI PER SOSTENERE UN'EFFICACE STRATEGIA DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI


(3-01217) (6 novembre 2019)

BERNINI, MALAN, TIRABOSCHI, GALLONE, BERUTTI, MESSINA Alfredo, PAPATHEU - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

da autorevoli fonti di stampa si apprende che circa il 12 per cento dei rifiuti italiani non trova destinazione;

questa situazione comporta conseguenze importanti, in quanto molti rifiuti, non trovando collocazione, si accumulano senza indirizzarsi né verso il riciclo, né verso lo smaltimento, in quanto non ci sono sufficienti impianti;

in Italia, leader in Europa nel riciclo, a differenza degli altri Paesi che preferiscono bruciare o avviare rifiuti in discarica, non ci sono sufficienti impianti di selezione, di rigenerazione, di trattamento e di recupero energetico necessario, sia per raggiungere il 65 per cento del riciclo che richiede l'Unione europea, sia per scendere sotto il 10 per cento di smaltimento in discarica;

per conseguire gli obiettivi indicati dall'Unione europea, sarebbero necessari: nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti organici per almeno 2,3 milioni di tonnellate all'anno e nuovi impianti di incenerimento per smaltire circa 1,7 milioni di tonnellate in più all'anno; 53 nuovi impianti di digestione anaerobica e almeno 4 impianti di incenerimento, uno in Campania di dimensioni pari a quello di Acerra, uno equivalente in Sicilia, uno di media grandezza a servizio delle regioni del Centro e uno in Sardegna;

si comprende chiaramente che senza gli impianti si rischia di ricorrere più del dovuto alle discariche;

il Nord dell'Italia è in sostanziale pareggio tra i rifiuti prodotti e la capacità di trattarli, il Centro è a meno 16 per cento e il Sud a meno 27 per cento;

in Italia, se si tralascia la Lombardia e il Friuli-Venezia Giulia, il divario tra rifiuti e impianti risulta essere negativo un po' ovunque, da un meno 3 per cento del Veneto a un meno 50 per cento della Sicilia, passando per un meno 8 per cento del Piemonte e un meno 21 per cento della Liguria,

si chiede di sapere:

alla luce dei dati allarmanti richiamati, quali siano gli investimenti che il Ministro in indirizzo intenda affrontare, volti a sostenere una strategia di medio lungo periodo, sulla quale il nostro Paese registra un forte ritardo, che punti alla prevenzione e al riuso, ma al contempo sostenga un nuovo corso industriale, per realizzare gli impianti necessari al riciclo e all'incenerimento, indispensabili per dar vita all'economia circolare;

sul fronte della transizione energetica da fonti fossili a energie rinnovabili, quali siano gli intendimenti sulle misure volte a sostenere gli investimenti, affinché anche i grandi fondi di investimento, consapevoli dell'elevato costo da sostenere per estrarre fonti fossili, investano sulle energie rinnovabili, spostandovi i loro flussi di cassa per investimenti in infrastrutture.


INTERROGAZIONE SULLA QUALITÀ DELL'ARIA NELLA CITTÀ DI MONOPOLI (BARI)


(3-01219) (6 novembre 2019)

L'ABBATE - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

secondo quanto riportato da fonti stampa, recentemente i cittadini di Monopoli (Bari) hanno manifestato perplessità e preoccupazione circa la qualità dell'aria del proprio comune ("monopolitimes", del 1° novembre 2019);

Monopoli è una cittadina di 50.000 abitanti a vocazione turistica, con la presenza di lidi di pregio ambientale e colline con coltivazioni di ulivi e piante mediterranee tale da far rientrare la città tra i siti di interesse comunitario (SIC). La città di Monopoli è insignita del titolo di città turistica e per diversi anni ha acquisito la nota "bandiera blu";

considerato che:

i venti dominanti nella zona provengono dai quadranti ovest (ponente) e sud ovest (libeccio). In ragione di questi venti, i quadranti di massima ricaduta attesi dovrebbero essere quelli est e nord-est. Si sottolinea che l'abitato di Monopoli è situato a est/sud-est rispetto alla zona industriale dove insistono diverse attività industriali ad elevato impatto ambientale: in ragione dei venti dominanti nella zona, si troverebbe sottovento rispetto alle emissioni dei vari impianti;

spesso sono stati denunciati sgradevoli odori d'emissioni nocive sulla città, in modo particolare con determinate condizioni atmosferiche, a tal punto che l'amministrazione è stata costretta ad attivare un'APP "Odorigena", al fine di denunciare tali episodi;

per il rilevamento della qualità dell'aria nel comune di Monopoli sono presenti due centraline di cui una fissa attiva dal 2009, situata presso viale Aldo Moro, e una mobile posizionata presso l'istituto d'arte "Luigi Russo", in via Pisonio. La cittadinanza ha richiesto di integrare l'attuale rete di monitoraggio della qualità dell'aria con ulteriori centraline mobili e con l'analisi di tutti gli inquinanti, con particolare riferimento all'eventuale presenza di benzo(a)pirene in aria ambiente ed alla composizione del particolato aerodisperso;

le centraline hanno rilevato numerosi episodi di sforamento dei limiti di emissione Pm 2,5, dette polveri sottili, considerate da molti studi ad elevato rischio per la salute pubblica;

si registrano frequentemente eventi odorigeni di forte intensità, che preoccupano l'intera cittadinanza, paragonabili ad un forte odore di bruciato. Sulla citata APP predisposta dal Comune, sono state registrate oltre 120 segnalazioni concernenti la percezione di odore di "bruciato" o "plastica" avente un'intensità "molto forte". Durante tali giornate la concentrazione degli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), in base ai dati dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA), ha raggiunto valori molto elevati, e si ricorda che si tratta di famiglie di composti fortemente cancerogeni;

ad oggi, nonostante la Regione Puglia abbia istituito il registro tumori stabilendo il centro di coordinamento presso la ASL di Bari, il database è fermo all'anno 2011 e non vi è stato alcun aggiornamento, anche per questo alcune associazioni di cittadini hanno presentato una petizione popolare, chiedendo un monitoraggio ambientale e sanitario su tutte le matrici ambientali, acqua, suolo e aria per la città di Monopoli;

recentemente il comitato "Aria Pulita" di Monopoli ha presentato presso la Procura della Repubblica di Bari un esposto, elaborato con la consulenza di legali ed esperti e circostanziato in modo adeguato, per segnalare la grave situazione in atto a Monopoli da diversi anni, compresi i dati registrati da "Amopuglia" nell'ultimo triennio,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti citati e, nel caso, se abbia notizia di ulteriori dati riguardanti il rischio ambientale per la città di Monopoli;

se risulti essere in corso l'aggiornamento del piano regionale della qualità dell'aria della Puglia, dove potranno essere valutate ed approfondite tutte le opportune modalità di monitoraggio strutturali all'interno del territorio comunale di Monopoli;

se sussistano concreti rischi per la salute dei cittadini e se le emissioni descritte possano determinare una grave azione inquinante sul territorio e l'ambiente circostante;

quali iniziative di competenza intenda intraprendere per assicurare l'effettiva predisposizione di tutti i necessari controlli e monitoraggi sulla qualità dell'aria della città di Monopoli.


INTERROGAZIONE SU ALCUNE INCONGRUENZE EMERSE RELATIVAMENTE AL RITROVAMENTO DEI BRONZI DI RIACE


(3-01221) (6 novembre 2019)

IANNONE, FAZZOLARI, CIRIANI - Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo - Premesso che:

la recente inchiesta giornalistica della trasmissione televisiva "Le Iene" ha acceso i riflettori sulla controversa storia del ritrovamento dei celebri bronzi di Riace e raccontato la storia di quella che si potrebbe rivelare una delle sparizioni più clamorose di opere d'arte dell'antichità;

come noto, le preziose statue, risalenti al V secolo a.C., sono state rinvenute nell'estate del 1972 a Riace marina (Reggio Calabria) e sono attualmente esposte al museo archeologico nazionale di Reggio Calabria;

i bronzi di Riace sono universalmente considerati tra i più importanti reperti archeologici del patrimonio culturale italiano e mondiale nonché tra i capolavori scultorei più significativi dell'arte greca e rappresentano, oltre a un simbolo ed elemento di identità locale, anche una delle principali attrazioni turistiche a livello internazionale;

come certificato dal dossier "Musei italiani 2014-2017", presentato dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nel 2017, il museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, dove essi sono custoditi, ha registrato un incremento di visitatori pari al 1.727 per cento nel periodo 2013-2016 (passando dagli 11.522 a 210.598 ospiti), proprio in concomitanza con la riapertura e con il nuovo allestimento dei bronzi, a riprova dello straordinario valore artistico, archeologico, culturale ed economico dovuto all'indotto turistico connesso;

le sconcertanti rivelazioni denunciate della trasmissione televisiva "Le Iene" riguardano le clamorose incongruenze tra la documentazione relativa al ritrovamento e i reperti effettivamente rinvenuti ed oggi conosciuti;

nelle carte si parla del ritrovamento di "un gruppo di statue, presumibilmente di bronzo" e non solo di due; la descrizione delle statue fatta dal subacqueo che le scoprì non coincide con quelle note; mancano tra i reperti pervenuti almeno uno scudo, un elmo e una lancia che sono invece citati nei documenti relative al ritrovamento;

dall'inchiesta televisiva sembra anche esistere un testimone oculare che parla della vendita di un terzo bronzo ad acquirenti americani;

data la straordinaria importanza dei bronzi di Riace si rende necessario far luce e dirimere le ombre che offuscano la ricostruzione ufficiale del loro ritrovamento, specie in considerazione delle gravi ipotesi di eventuali trafugamenti o smarrimento di parti o elementi di corredo dei due reperti e all'ipotesi della presunta esistenza di un terzo bronzo: ipotesi sino ad oggi non smentita e non manifestamente infondata e che, pertanto, necessita di attenta verifica,

si chiede di sapere quali ulteriori elementi il Ministro in indirizzo ritenga di dover fornire con riferimento ai fatti descritti e in particolare quali iniziative di competenza, anche di natura ispettiva, intenda avviare al fine di chiarire le numerose incongruenze storico-documentali relative al ritrovamento dei bronzi di Riace e accertare l'effettiva esistenza di un terzo bronzo e delle suppellettili di corredo al gruppo scultoreo.


INTERROGAZIONE SULLE EROGAZIONI LIBERALI PER LA CULTURA E IL PATRIMONIO ARTISTICO ITALIANO


(3-01220) (6 novembre 2019)

MARCUCCI, IORI, VERDUCCI, RAMPI, MIRABELLI, STEFANO, COLLINA, FERRARI, BINI, CIRINNA', VALENTE - Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo - Premesso che:

"l'art bonus", introdotto dal decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, consiste in un credito d'imposta, nella misura inizialmente del 50 per cento e poi del 65 per cento, delle erogazioni liberali in denaro effettuate per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione, per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo;

la legge 22 novembre 2017, n. 175, recante disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia, ha previsto l'estensione dell'art bonus al sostegno delle istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione;

si tratta di una misura che ha valorizzato il mecenatismo culturale e che ha dimostrato negli anni la sua validità per la tutela dell'immenso patrimonio culturale del nostro Paese e, pertanto, della nostra identità;

in cinque anni risulterebbero donati oltre 350 milioni di euro da più di 11.600 soggetti a favore di circa 1.650 beneficiari;

risulta però una notevole differenza nel numero delle erogazioni liberali effettuate nel Nord e di quelle effettuate nel Sud del Paese, che certifica uno squilibrio territoriale a scapito dell'immenso patrimonio che si trova nel Sud d'Italia,

si chiede di sapere quali siano i risultati raggiunti fino a questo momento nelle erogazioni liberali per la cultura a seguito dell'introduzione dell'art bonus e quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda ulteriormente adottare per valorizzare il mecenatismo culturale a sostegno dell'unicità del patrimonio culturale italiano.


INTERROGAZIONE SULL'ATTUAZIONE DEL "PIANO STRATEGICO NAZIONALE SULLA VIOLENZA MASCHILE CONTRO LE DONNE"


(3-01223) (6 novembre 2019)

CONZATTI, GARAVINI, SBROLLINI, GINETTI, PARENTE, SUDANO, VONO - Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia - Premesso che:

con la legge n. 77 del 2013 l'Italia ha autorizzato la ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (cosiddetta Convenzione di Istanbul);

nel medesimo periodo della ratifica della Convenzione di Istanbul, anche per il susseguirsi di eventi violenti a danno delle donne, sono state introdotte con il decreto-legge n. 93 del 2013, convertito nella legge n. 119 del 2013, misure finalizzate a contrastare la violenza sulle donne, prevedendo un piano d'azione straordinario e risorse dedicate;

successivamente, sulla scorta dell'esperienza del piano straordinario, il Governo ha predisposto il piano strategico nazionale 2017-2020, approvato nella seduta del Consiglio dei ministri del 23 novembre 2017;

il modello di governance definito nel piano strategico 2017-2020 prevede che il coordinamento politico sia affidato all'autorità politica delegata alle pari opportunità con la partecipazione dei Ministri interessati e del sistema delle Regioni e delle autonomie locali per garantire la programmazione, l'attuazione, il monitoraggio e la verifica del piano stesso;

prevede altresì che la cabina di regia sia supportata da un comitato tecnico, del quale fanno parte anche le principali associazioni del settore;

nel corso del 2019, per dare attuazione al piano strategico nazionale, è stato elaborato e definito un primo piano operativo, approvato dalla cabina di regia;

nel piano operativo sono indicate, tra l'altro, le azioni da finanziarsi con le risorse finanziarie stanziate nel 2019,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda assumere iniziative al fine di assicurare la piena attuazione del "piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020", rendendo operativa la governance prevista dal piano strategico e attivando rapidamente il relativo il piano operativo.