Mercoledì 19 Febbraio 2020 - 193ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:30)

A conclusione delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo straordinario del 20 febbraio, l'Assemblea ha approvato la risoluzione n. 1 di maggioranza, la risoluzione n. 3 del sen. Calderoli (L-SP) e le proposte nn. 9 e 10 del sen. Ciriani (FdI) e altri. La risoluzione di maggioranza prevede dieci punti tra cui l'attenzione al Just Transition Found, l'introduzione della carbon tax, il superamento del meccanismo di correzione del bilancio, la flessibilità per gli investimenti; la risoluzione n. 3 impegna il Governo a mettere in atto misure di sostegno per il comparto agricolo; le risoluzioni nn. 9 e 10 impegnano il Governo a rivedere i tagli alla politica agricola comune e le regole della convergenza esterna e a correggere l'indice di prosperità per i fondi di coesione che penalizza il Sud d'Italia.

Il Presidente del Consiglio Conte ha reso comunicazioni sul vertice straordinario europeo del 20 febbraio, dedicato al quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Un bilancio europeo insufficiente rappresenterebbe una sconfitta politica dell'Europa: occorrono scelte più ambiziose sulla qualità e la quantità delle risorse per affrontare le sfide globali: transizione verde, governo dei flussi migratori, crescita e politica di coesione, politica agricola comune. La proposta negoziale del presidente Michel, pur segnando un passo avanti rispetto alla presidenza finlandese, è inadeguata rispetto agli obiettivi strategici: questa preoccupazione italiana è condivisa dal Parlamento europeo che non esiterebbe a bocciare una proposta arretrata. L'Italia non è disponibile ad un accordo a ogni costo e considera aspetti qualificanti: un volume adeguato e un'equa allocazione delle risorse, una distribuzione corretta tra obiettivi tradizionali e nuove priorità, una riforma delle entrate. L'Europa dovrebbe avere un ruolo internazionale più profilato: da questo punto di vista è incomprensibile l'arretramento in materia di sicurezza e difesa e di cooperazione. In tema di coesione sociale, la proposta Michel, pur accogliendo qualche richiesta per la convergenza territoriale e sociale, riduce complessivamente il fondo sociale; un altro elemento negativo è la riduzione del fondo per la politica agricola e il criterio della convergenza esterna, basato sull'estensione dei terreni, penalizza il Paese. L'Italia ritiene inoltre inaccettabile il sistema delle correzioni, che riduce il contributo dei Paesi più ricchi, e chiede nuove forme di finanziamento come il prelievo sulle grandi imprese digitali, sugli speculatori e sui grandi inquinatori; su questo tema si registra un'apertura condizionale.

Alla discussione hanno partecipato i sen. Barbara Lezzi, Fenu, Barbara Floridia (M5S); De Bonis, Monti (Misto); Renzi, Laura Garavini (IV-PSI); Gabriella Giammanco, Fulvia Caligiuri, Barbara Masini (FI); Roberta Ferrero, Centinaio (L-SP); Taricco, Valeria Fedeli (PD); Urso (FdI); Loredana De Petris (Misto-LeU). I temi maggiormente sottolineati: l'inadeguatezza del volume e della composizione e la rigidità del bilancio europeo, la necessità di risorse proprie, le ricadute economiche negative della Brexit e del coronavirus, gli incettabili tagli ai fondi di coesione e alla politica agricola e un eventuale ricorso al veto, l'insostenibilità del criterio della convergenza esterna, il problema delle etichettature a semaforo, la web tax, la lotta al dumping fiscale e alla concorrenza sleale, lo scorporo degli investimenti verdi dal deficit, il finanziamento del colosso franco tedesco che produce batterie elettriche, l'intreccio tra politiche nazionali e politiche europee. Il rappresentante del Governo ha espresso parere favorevole sulle proposte di risoluzione n. 1 del sen. Pittelli (PD) e altri, n. 3 del sen Calderoli (L-SP), nn. 9 e 10 del sen. Ciriani (FdI) e altri. Il parere è contrario sulle proposte nn. 2 (testo 2), 6, 7 e 8 del sen. Ciriani (FdI) e altri, n. 4 del sen. Romeo (L-SP) e altri, n. 5 della sen. Bernini (FI) e altri. Hanno svolto dichiarazione di voto i sen. Nadia Ginetti (IV-PSI), Fazzolari (FdI), Loredana De Petris (Misto-LeU), Pittella (PD), Bossi (L-SP), Pichetto Fratin (FI), Lorefice (M5S).

L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 1659, conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 161, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni.

L'articolo 1 proroga al 1° marzo 2020 il termine di applicazione della riforma della disciplina delle intercettazioni del 2017 (cosiddetta riforma Orlando). È specificato che la riforma si applicherà solo ai procedimenti penali iscritti dal 1° marzo 2020: per tutti i procedimenti in corso continuerà ad applicarsi la disciplina attuale. Inoltre, è prorogato al 1° luglio 2020 il termine a partire dal quale acquista efficacia la disposizione del decreto legislativo n. 216 del 2017 che introduce un'eccezione al generale divieto di pubblicazione degli atti. L'articolo 2 apporta alcune modifiche al decreto legislativo n. 216 del 2017 (disciplina delle intercettazioni) che troveranno applicazione per i procedimenti penali iscritti dal 1° marzo 2020. L'articolo 3 prevede la clausola di invarianza finanziaria.

Il Presidente della Commissione giustizia ha riferito che sono stati approvati 22 emendamenti su 245, ma non sono state votate due proposte. Il testo è dunque discusso senza relatore.

I sen. Vitali (FI) e Urarro (L-SP) hanno proposto una questione pregiudiziale, rilevando che la materia delle intercettazioni non può essere disciplinata con un decreto-legge e che l'estensione indiscriminata delle intercettazioni e dell'uso del captatore informatico trasformano lo Stato di diritto in uno Stato di polizia. A favore della pregiudiziale sono intervenuti i sen. Balboni (FdI) Caliendo (FI) e Romeo (L-SP) che ha accusato la maggioranza di essersi opposta all'uso del captatore per i reati di pedopornografia. Pronunciandosi contro la pregiudiziale, il sen. Lomuti (M5S) ha accusato l'opposizione di intenti ostruzionistici: l'intervento è volto ad eliminare alcuni effetti distorsivi, prevede un passaggio giurisdizionale per le intercettazioni, pone in capo al pubblico ministero l'acquisizione e la trascrizione, vieta la pubblicazione delle intercettazioni irrilevanti, amplia le facoltà del difensore che è legittimato a ricevere una copia.

Respinta la pregiudiziale è iniziata la discussione generale. Sono intervenuti i sen. Emanuele Pellegrini, Ostellari (L-SP), Paola Nugnes (Misto), Anna Rossomando D'Alfonso (PD), Dal Mas, Fiammetta Modena (FI) e Marco Pellegrini (M5S). Secondo la maggioranza, il decreto trova un migliore bilanciamento tra la tutela dei diritti e della privacy dei cittadini e le esigenze investigative per contrasto di reati di allarme sociale. Secondo l'opposizione occorre tempo per verificare l'uso delle nuove tecnologie: le procure hanno dichiarato di non essere pronte a gestirle e le società produttrici hanno riconosciuto che il trasferimento dei dati non è sicuro.

Il Governo ha presentato un maxiemendamento interamente sostitutivo, che recepisce integralmente le modifiche approvate in Commissione, sull'approvazione del quale ha posto la questione di fiducia. La Conferenza dei Capigruppo ha organizzato la discussione che si svolgerà domani a partire dalle 9,30 e durerà un'ora. Seguiranno le dichiarazioni di voto, la chiama è prevista intorno alle ore 12. Il maxiemendamento è stato trasmesso alla Commissione bilancio.

(La seduta è terminata alle ore 22:00 )



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