In difesa delle donne. Case rifugio, priorità per i processi, codice rosa, aiuti economici: cosa fa l'Italia contro la violenza di genere?

Foto In difesa delle donne. Case rifugio, priorità per i processi, codice rosa, aiuti economici: cosa fa l'Italia contro la violenza di genere?

Non sono passati 50 anni da quando in Italia era permesso, al capofamiglia, l'uso (e spesso l'abuso) di mezzi di correzione e disciplina nei confronti della moglie e dei figli: solo con la riforma del diritto di famiglia è stata abolita, nel 1975, la cosiddetta autorità maritale. Da allora molte cose sono state fatte contro la violenza maschile sulle donne; ma il percorso non è stato facile né breve. Il vero giro di boa è stato infatti nel 2013, quando l'Italia ha recepito la Convenzione di Istanbul e il decreto anti-femminicidio ha introdotto una serie di misure sia di carattere preventivo che repressivo.

Il Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere del 2015, seguito nel 2017 dal Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne e da molte nuove leggi - su indennizzi economici, congedi dal lavoro, tutela per gli orfani di femminicidio - hanno ampliato gli strumenti a tutela delle donne. Ma l'attuazione di queste misure è stata, molte volte, rimessa a circolari o ad altri atti di rango non primario che rendono difficile, per la vittima, conoscere gli strumenti a propria tutela e richiederne l'applicazione. Pure la non certezza dei finanziamenti, o la loro scarsità, ha reso difficoltosa l'attuazione di interventi e servizi a protezione delle vittime di violenza (e loro figli e figlie).

L'Ufficio Valutazione Impatto, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha messo a punto una guida pratica - la prima di una nuova collana di pubblicazioni - per orientarsi tra gli aiuti disponibili a livello nazionale e nei piani di intervento regionale. Dalle case rifugio per le donne in fuga da partner violenti al codice rosa che accoglie le vittime al pronto soccorso, dalle campagne di sensibilizzazione nelle scuole ai centri per il recupero di uomini maltrattanti, ecco una ricognizione delle risorse più significative.

In defence of women. Shelter homes, fast-track trials, pink codes in hospital, special funds: what is Italy doing to counter gender violence?

Less than 50 years have passed since the law in Italy allowed the paterfamilias to use (and often abuse of) correction and disciplinary means on wives and children: the so-called marital authority was abolished only in 1975, when the family law was reformed. Since then, a lot has been done to counter the violence perpetrated by men on women. But the path has not been smooth, nor short. The real turning point was the year 2013, when Italy adopted the Istanbul Convention and the anti-femicide decree introduced a number of preventive and repressive measures.

The Extraordinary Plan against sexual and gender violence, introduced in 2015 and followed in 2017 by the Strategic National Plan on men's violence on women and by several laws (concerning economic compensation, paid leave, safeguard of orphans from femicide), have increased the number of protection measures for women. Yet the enforcement of such measures has often been left to circular letters or other secondary deeds that make it difficult for the victim to get to know what tools are available to her, and to request their implementation. Even uncertainty of the allocation of funds, or their scarcity, has hindered the enforcement of measures and services meant to protect victims of violence (as well as their children).

The Impact Assessment Office, for the International Day for the Elimination of Violence against Women, has drafted a practical handbook - the first in a new series of publications - to help better understand the national and regional assistance measures. From shelter homes for women fleeing from violent partners to the so-called Codice Rosa (Pink Code) that facilitates immediate assistance to be given to victims who show up at A&E in hospitals; from awareness-raising campaigns in schools to rehabilitation centres for violent men: here is a review of the most significant resources.

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