Il Senato ha dedicato la seduta pomeridiana allo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, al Ministro della difesa e al Ministro per i beni e le attività culturali.

Il Ministro della difesa Di Paola ha risposto anzitutto alle domande sulla revisione dello strumento militare nazionale, poste dai sen. Amato (PdL), Del Vecchio (PD), Torri (LNP), Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Cristina De Luca (Terzo Polo:API-FLI) e Caforio (IdV).

Il Ministro ha sottolineato l'imprescindibile necessità di procedere in tempi brevi all'approvazione della legge delega sulla materia, attualmente all'esame della Commissione difesa del Senato e primo esempio di efficace esercizio di spending review. Posto che si condivida l'utilità dello strumento militare, oggi esso appare ipertrofico rispetto alle scarse risorse e sottodimensionato rispetto agli investimenti. Il disegno di legge delega realizza un necessario ribilanciamento delle attività e non si limita a prevedere una riduzione di personale, che peraltro verrà realizzata senza traumi e con i tempi necessari, ma anche un'azione di concentrazione delle strutture, un ridimensionamento delle capacità operative e un taglio degli investimenti. Tutto ciò al fine di garantire una stabilità programmatica di risorse a lungo termine e la necessaria flessibilità che verrà esercitata senza mai eludere il giusto controllo del Parlamento. Infine, il Ministro ha garantito che la base aerea italiana di Abu Dhabi, che peraltro è stata ridimensionata, costituisce uno strumento indispensabile al pari di basi analoghe che altri Paesi detengono in altri scenari operativi, così come va ribadito il giudizio di utilità nei confronti del Comitato per la prevenzione e il controllo delle malattie, il cui lavoro verrà comunque sottoposto alla verifica del Dicastero.

I sen. Asciutti (PdL), Vita (PD), Pittoni (LNP), Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Milana (Terzo Polo:API-FLI) e Carlino (IdV) hanno poi rivolto una serie di domande riguardanti le prospettive di Cinecittà, con particolare riferimento alla promozione del cinema italiano.

Il Ministro per i beni e le attività culturali Ornaghi ha precisato in premessa che, mentre l'Istituto Luce Cinecittà srl è una società interamente pubblica, Cinecittà Studios spa è invece una società privata in cui il Dicastero è presente soltanto con una quota del 20 per cento. In tal senso, il Ministro intende svolgere il ruolo che tale condizione gli riserva, ma non può assumere atteggiamenti dirigistici. Peraltro, nel decennio successivo alla privatizzazione, si è registrato il raddoppio del fatturato ed è stata mantenuta intatta la quota di occupazione. Nell'attuale situazione di crisi e in attesa dei benefici che potranno derivare dall'introduzione di misure di tax credit, Cinecittà Studios spa ha avviato una riorganizzazione produttiva e societaria, anche con nuove partnership internazionali, il cui passaggio più delicato è rappresentato dalla trattativa sindacale che il Ministero seguirà con attenzione pur non essendo competente per interventi risolutivi. Quanto al piano di sviluppo immobiliare volto all'incremento delle strutture per le attività produttive, Cinecittà Studios spa ha presentato un proprio piano di valorizzazione che prevede la realizzazione di strutture ricettive per ospitare chi lavora nelle produzioni, un progetto molto ambizioso già avallato dal precedente Ministro che ora sarà attentamente verificato ma senza pregiudizi legati alla presunta sussistenza di intenti di speculazione edilizia, semmai alla ricerca della conferma che si tratta di una operazione ragionata ed equilibrata per lo sviluppo delle attività cinematografiche. Quanto agli aspetti più prettamente culturali, il Ministro ha richiamato il dato in incremento della produzione italiana di film nel 2011 e ricordato i lusinghieri successi conseguiti dal cinema italiano nei principali festival internazionali.