Martedì 19 Giugno 2012 - 746ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 16:33)

Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Fornero ha reso in Senato un'ampia informativa sulla questione dei cosiddetti lavoratori esodati, definizione peraltro contestata in apertura dal Ministro che ha preferito riferirsi a lavoratori che meritano, pur con costi per la collettività, di essere salvaguardati dagli effetti del recente inasprimento dei requisiti per il pensionamento, trattandosi di persone che, rimaste prive di lavoro, avrebbero avuto accesso alla pensione secondo le regole previgenti in un arco temporale ridotto. Una definizione ampia che, coinvolgendo elementi economici, giuridici, sociali ed etici, ad avviso del Ministro rende al meglio la complessità e la delicatezza della questione. Nel ricostruire i diversi passaggi della vicenda, a partire dalla riforma previdenziale del dicembre 2011 che aveva il duplice scopo di introdurre ineludibili misure di stabilizzazione finanziaria ed anche di riequilibrare il rapporto tra le generazioni attualmente sbilanciato a sfavore dei giovani, il Ministro ha spiegato le motivazioni a fondamento dell'individuazione del primo contingente di 65.000 unità da salvaguardare, nella consapevolezza che ben più ampia e di difficile quantificazione è la platea dei lavoratori ancora in attività o in cassa integrazione in attesa di risposte, all'interno della quale vanno ricompresi anche i pensionamenti a partire dal 2014 per i quali nei prossimi mesi si interverrà non con decreto ministeriale ma con specifico intervento normativo. Il Governo ha ritenuto prioritario dare risposta ai lavoratori in più immediata situazione di necessità, ma non intende trascurare gli altri lavoratori interessati. Quanto alla quantificazione di tali lavoratori, dopo aver respinto con forza ogni insinuazione circa la presunta diffusione da parte sua di informazioni non vere, il Ministro ha ribadito che la tabella elaborata dall'INPS è parziale e, ove non corredata da adeguate spiegazioni, fuorviante e tale da prestarsi a facili strumentalizzazioni. Il Ministro ha quindi fornito elementi emersi dalla ricognizione effettuata sui nuovi lavoratori da salvaguardare, da cui emerge, oltre alla difficoltà di stima numerica, anche la necessità di una ricerca di criteri di equità e di sostenibilità finanziaria. Secondo il Ministro, la nuova platea di lavoratori da salvaguardare sarebbe quantificabile in circa 55.000 soggetti, di cui è stata fornita la suddivisione in categorie specifiche. Il Ministro ha quindi richiamato la dimensione dell'onere che consegue al ripristino dei vecchi requisiti per l'accesso alla pensione della nuova platea di lavoratori considerati, fra i quali vanno salvaguardati anzitutto quelli interessati da accordi collettivi, onere che potrebbe essere fronteggiato anche estendendo il trattamento di disoccupazione o pensando alla partecipazione a lavori di pubblica utilità. Infine, il Ministro ha confermato l'esigenza di un confronto serrato con i diversi interlocutori per individuare gli interventi più appropriati ed ha ribadito l'importanza fondamentale della rapida approvazione della riforma del mercato del lavoro.

Al Ministro Fornero hanno replicato i sen. Mauro (Misto:SGCMT), Sacconi (PdL), Carlino (IdV), Cristina De Luca (Terzo Polo:API-FLI), D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Mazzatorta (LNP), Viespoli (CN:GS-SI-PID-IB-FI), Latorre (PD) e Gasparri (PdL). Le considerazioni critiche, soprattutto sulle modalità di conduzione della vicenda da parte del Ministro, sul suo atteggiamento nei confronti dell'INPS e sul rinvio di fatto a tempistiche incompatibili con le urgenze dei diretti interessati, hanno prevalso sugli apprezzamenti circa lo sforzo compiuto dal Governo per definire meglio la platea dei soggetti coinvolti e per la consapevolezza mostrata rispetto all'esigenza di trovare nel tempo soluzioni di salvaguardia per tutti gli esodati.

Il Senato ha quindi ripreso la discussione dei disegni di legge costituzionale di riforma del Parlamento e della forma di Governo, nel testo proposto dalla Commissione (ddl nn. 24, 873, 894, 1086, 1114, 1218, 1548, 1589, 1590, 1761, 2319, 2784, 2875, 2941, 3183, 3204, 3210 e 3252).

Il relatore, sen. Vizzini (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), ha sottolineato come le proposte volte a correggere la forma di governo in senso semipresidenzialista, oltre a modificare profondamente quanto approvato dalla Commissione affari costituzionali, rischino di stravolgere il delicato sistema di pesi e contrappesi delineato dalla Costituzione e di pregiudicare il prezioso lavoro sin qui svolto sulle tematiche della riduzione del numero dei parlamentari, della modifica della legge elettorale e della trasparente gestione dei partiti. Fortemente critico sull'intero impianto della riforma è stato invece l'intervento del relatore di minoranza, sen. Pardi (IdV), che ha ricordato come il popolo si sia già clamorosamente pronunciato contro la riforma della seconda parte della Costituzione e che ha sottolineato come peraltro le misure proposte siano in parte insufficienti e in parte nocive soprattutto laddove rafforzano il potere esecutivo a scapito di quello legislativo. Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Malaschini ha riconosciuto la competenza del Parlamento sulla materia nel rispetto della sua funzione costituente ed ha auspicato, posto che di riforma della seconda parte della Costituzione si dibatte ormai da 45 anni, che in Senato si manifesti la massima convergenza delle forze politiche in linea con le aspettative dell'opinione pubblica.

Respinta una richiesta di non passaggio all'esame degli articoli avanzata dal Gruppo IdV, l'Assemblea è passata all'esame dell'articolato con l'illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 1. Il seguito della discussione è stato rinviato a domani.

(La seduta è terminata alle ore 19:58 )



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