Giovedì 9 Giugno 2011 - 565ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:40)

Il Senato ha ripreso la discussione del ddl n. 2156 recante disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione e dei connessi ddl nn. 2044, 2164, 2168, 2174, 2346 e 2340.

I lavori dell'Assemblea si sono a lungo concentrati sull'emendamento che, a seguito degli accordi intercorsi ieri in sede di Conferenza dei Capigruppo, il Governo ha presentato per ovviare alla bocciatura dell'articolo 1, istitutivo del Piano nazionale anticorruzione. Il nuovo testo avrebbe distinto le funzioni di coordinamento alla lotta alla corruzione, da affidare ad un Comitato interministeriale ad hoc, dalle funzioni di controllo che sarebbero state invece demandate alla CiVIT, la Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche. Tale soluzione è stata però oggetto di forti contestazioni da parte dei sen. Finocchiaro (PD), Li Gotti (IdV), D'Alia (UDC-SVP-Aut-UV-MAIE-VN-MRE-PLI), e Pistorio (MPA) i quali, lamentando il mancato rispetto di una delle condizioni dell'accordo politico raggiunto ieri, vale a dire l'istituzione di un'autorità realmente indipendente dal potere esecutivo, hanno chiesto il ritiro dell'emendamento o in alternativa la dichiarazione di ammissibilità da parte del Presidente Schifani prima di procedere alla trasmissione del testo alla Commissione di merito. Ad avviso delle opposizioni, infatti, non essendo venuto meno l'incardinamento dell'organismo di controllo presso il Dipartimento della funzione pubblica, di fatto il nuovo testo non sarebbe stato altro che la riproposizione, in contrasto con una precisa norma del Regolamento sull'ammissibilità degli emendamenti, di quanto respinto ieri per ben due volte dall'Assemblea.

Alle obiezioni delle opposizioni, i Sottosegretari di Stato per la giustizia Caliendo e alla Presidenza del Consiglio dei ministri Augello hanno risposto sottolineando come parte integrante dell'accordo politico fosse il rispetto della condizione di non introdurre nuove o maggiori spese, unica ragione per cui il Governo insiste nel mantenere le funzioni di coordinamento in capo al Dipartimento della funzione pubblica che già le detiene per legge, ed hanno ribadito l'ampia disponibilità dell'Esecutivo a trovare soluzioni condivise in Commissione. Con le valutazioni del Governo hanno convenuto i sen. Gasparri, Quagliariello (PdL), Bricolo (LNP) e Viespoli (CN-Io Sud), anch'essi dichiaratisi convinti dell'opportunità di un accordo politico unanime sul punto.

Stante l'indisponibilità delle opposizioni, il Governo ha infine ritirato l'emendamento, decisione apprezzata dal Presidente Schifani che, nell'osservare che altrimenti la Presidenza non avrebbe potuto fare altro che applicare con rigore le norme regolamentari in materia di ammissibilità, ha fatto appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche affinché nei prossimi giorni si giunga ad un accordo unanime che possa salvare la sostanza delle importanti norme contenute nel primo articolo del provvedimento.

L'Assemblea ha quindi proseguito l'esame dell'articolo 2, poi approvato in un testo emendato. L'esame di alcuni emendamenti aggiuntivi all'articolo 2 ha fornito motivo di un dibattito nel corso del quale i sen. Zanda (PD), D'Alia (UDC-SVP-Aut-UV-MAIE-VN-MRE-PLI), Pardi (IdV) hanno stigmatizzato il parere contrario espresso dal Governo su due proposte, poi respinte, tendenti a distinguere gli interventi di protezione civile finalizzati a fronteggiare le conseguenze di calamità naturali dalla gestione dei grandi eventi. Approvati invece due articoli aggiuntivi proposti dal sen. Malan (PdL), l'uno recante modifiche all'articolo 53 del decreto legislativo n. 165 del 2001, l'altro in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. Il seguito dell'esame dell'articolato riprenderà nella seduta di martedì della prossima settimana.

Dopo una breve sospensione, il Ministro della salute Fazio ha reso un'informativa all'Assemblea sui rischi connessi alla diffusione del batterio escherichia coli. Nel dare conto dell'efficienza del sistema di sicurezza di cui l'Italia dispone, il Ministro ha assicurato che il focolaio epidemico, la cui fonte resta ignota e che è ancora attivo anche se i casi sono in diminuzione, è confinato al Nord della Germania, non essendovi possibilità di diffusione in Italia, dove potranno al massimo verificarsi casi isolati di persone che abbiano contratto il virus nell'area dove si è manifestato. Il Ministro ha quindi invitato ad evitare inutili allarmismi, tenuto conto che l'Italia dispone di organismi di controllo all'avanguardia in Europa e che il raccordo tra centro e periferia nell'amministrazione sanitaria funziona perfettamente, a differenza di quanto accaduto in Germania dove si sono manifestate contraddizioni nell'acquisizione dei dati e difficoltà nella gestione dell'informazione. Anche a causa di ciò ne sono derivati gravi danni all'economia di alcuni Paesi, tra cui l'Italia che ha ottenuto un risarcimento di 210 milioni di euro dall'UE.

A quelle del Ministro si sono aggiunte le considerazioni dei sen. Rizzotti (PdL), Fosson (UDC-SVP-Aut-UV-MAIE-VN-MRE-PLI), Mongiello, Bassoli (PD), Castiglione CN-Io Sud), Di Nardo (IdV), Astore (Misto-Par.Dem.) e Rizzi (LNP) che hanno sottolineato la necessità di garantire sicurezza ai cittadini e assistenza ai settori produttivi colpiti.

(La seduta è terminata alle ore 16:00 )



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