Lunedì 6 Dicembre 2010 - 469ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 15:02)

L'Assemblea del Senato ha proseguito la discussione congiunta, in seconda lettura, dei disegni di legge n. 2464 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011) e n. 2465 recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.

Alla discussione congiunta, già avviata nel corso della seduta antimeridiana, hanno preso parte i sen. Vaccari, Divina (LNP), Adamo, De Luca, Lumia, Fontana, Ghedini, Pertoldi, Vittoria Franco, Marcenaro, Gasbarri, Legnini (PD), Zanetta, Latronico, Bonfrisco, Izzo (PdL), Menardi, Saia (FLI), Thaler Ausserhofer (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE), Bruno (API), Musso (Misto) e Mascitelli (IdV)

Da parte dei senatori della maggioranza è venuto il plauso per la politica di rigore che il Governo Berlusconi ha intrapreso da tempo. La legge di stabilità e quella di bilancio si muovono infatti nel solco di una politica economica inaugurata nel 2008 con la prima legge finanziaria triennale, ispirata alla salvaguardia dei conti pubblici in anticipo rispetto alla gravissima crisi finanziaria ed economica internazionale esplosa negli Stati Uniti con il crollo di grandi istituti di credito e di seguito in Europa. Anche il ddl di stabilità resiste alle sirene dell'incremento della spesa pubblica come leva per replicare alla crisi, essendo peraltro dimostrato che non sempre le iniezioni di spesa pubblica si traducono in fattori di sviluppo. Il Governo, che ha così garantito stabilità a imprese, famiglie, enti ed istituzioni, ha nel contempo avviato una importante serie di riforme strutturali: il federalismo fiscale, la previdenza, l'università. Inoltre, la manovra in esame consente il controllo dell'evasione collegato al money transfer e reca misure lungimiranti in tema di energie rinnovabili, patto di stabilità degli enti locali, raccolta differenziata dei rifiuti, asili nido e sicurezza degli edifici scolastici. Un giudizio più cautamente positivo è stato espresso dal Gruppo FLI, che ha rivendicato il merito di aver evitato lo smantellamento del sistema di ricerca e di istruzione superiore, ma ha anche lamentato l'incapacità della manovra di invertire la tendenza negativa degli ultimi dieci anni, una manovra imposta dalla contingenza economica che resta però una occasione sprecata per imboccare con decisione la strada della crescita.

Di opposto tenore gli interventi dei senatori di opposizione, che hanno anzitutto stigmatizzato la politica dei tagli lineari indiscriminati che colpiscono settori fondamentali come l'istruzione, la sanità, le politiche sociali ed ambientali. L'atteggiamento immobilista del Governo e del Ministro delle finanze in particolare fa sì che il Paese vada indietro, con un Sud che non viene messo nelle condizioni di liberare tutte le sue potenzialità, un Paese fermo nella crescita e che perde capacità competitiva, quote di commercio mondiale ed innovazione. E a nulla sono valse le proposte alternative avanzate dall'opposizione, che non hanno trovato alcuno spazio: dalla riforma del fisco per un'equa redistribuzione dei carichi fiscali, spostando la tassazione sulle rendite finanziarie, alle misure per un serio ed effettivo contrasto all'evasione fiscale e contributiva; dalle misure per contrastare il lavoro nero, a quelle contro la corruzione e gli sprechi; dalla riforma del Patto di stabilità dei comuni, al rilancio delle opere pubbliche nei territori e alla riduzione della spesa improduttiva. La politica del Governo manca di visione strategica e procede ancora una volta attraverso misure una tantum, come quelle che potranno derivare dalla vendita delle frequenze.

Dopo le repliche dei relatori di maggioranza, sen. Tancredi e Lenna (PdL), e di minoranza, sen. Lusi e Carloni (PD), il seguito della discussione è stato rinviato a domani.

(La seduta è terminata alle ore 18:34 )



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