San Salvatore in Thermis

Una chiesa scomparsa nell'insula di Palazzo Madama

La copertina del libro San Salvatore in Thermis«Nella produzione editoriale del Senato mancava una pubblicazione che avesse come oggetto le vicende storiche e architettoniche della chiesa di S. Salvatore in Thermis, un tempo compresa nel corpo di fabbrica di Palazzo Madama e demolita all'inizio del Novecento. La monografia su questa chiesa è utile non soltanto per ricostruire le vicende storiche e architettoniche del palazzo in cui ha sede la Camera Alta, ma anche per restituire l'intero valore agli affreschi che furono rinvenuti e "strappati" dalle pareti dell'edificio sacro e ricollocati su tela e che sono rimasti nel patrimonio del Senato». Con queste parole il Presidente del Senato, Renato Schifani, introduce il volume "San Salvatore in Thermis. Una chiesa scomparsa nell'insula di Palazzo Madama", pubblicato da Gangemi Editore nel febbraio 2012, che sarà presentato lunedì 14 maggio, alle ore 16.00, nella Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca, a Palazzo della Minerva.


San Giuliano. Frammento di affresco di epoca medievale già nella chiesa di San Salvatore, oggi in palazzo della SapienzaLa chiesa di San Salvatore in Thermis, di proprietà francese a partire dalla fine del XV secolo, fu espropriata dallo Stato italiano nei primi anni del XX secolo e demolita nell'ambito del programma di ristrutturazione e riassetto del complesso edilizio di Palazzo Madama, divenuto sede del Senato del Regno. Demolizione che non mancò di suscitare, tra gli studiosi dell'epoca, un «sentimento di profondo rammarico», che talora assume «i toni di una polemica lieve e implicita nei confronti del Senato», come ricorda il Presidente Schifani. «L'occasione è dunque propizia - si legge ancora nell'introduzione al volume - anche tra le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, per sanare questa minuscola ferita, mostrando come il Senato abbia ben utilizzato gli spazi ricavati dalla demolizione della chiesa di S. Salvatore e sia stato buon custode degli affreschi un tempo in essa custoditi».

Il fabbricato si trovava all'origine alla sinistra di via del Salvatore, toponimo che ricorda appunto l'edificio di culto, cioè in quella via che fiancheggia la chiesa di S. Luigi dei Francesi e conduce a Piazza Madama. «La particolare ubicazione della chiesa, eretta su una delle antiche celle delle terme neroniane-alessandrine, era ricordata col termine "de Termis" e in un secondo tempo "in Thermis"», come ricorda il curatore del volume, Christian Di Bella, nel saggio di apertura.


Rodolfo lanciani. Forma Urbis Romae (1893-1901). Particolare delle terme neroniane-alessandrine


Le terme fondate da Nerone nel 62 d.C., ricorda Di Bella, sono note «anche con il nome di "Alexandrinae" in quanto, tra il 222 ed il 235 d.C., furono interamente restaurate dall'imperatore Alessandro Severo. L'impianto misurava circa 170 metri di larghezza per 220 metri di lunghezza e aveva lo schema canonico delle terme imperiali: l'ingresso, preceduto da un colonnato, era posto a nord sotto l'attuale largo Toniolo; seguiva la "natatio" con due perisitili ai lati (forse palestre) in corrispondenza di piazza Rondanini e dei Pii Stabilimenti Francesi. Il corpo centrale era costituito dal "frigidarium" (sotto piazza S. Luigi dei Francesi), dal "tepidarium" e dal "calidarium" (sotto via della Dogana Vecchia) affiancati da aule minori o ambienti aperti (inferiormente ai palazzi Madama e Giustiniani)».

Angelo reggistemma (particolare) in un affresco staccato. Palazzo MadamaPer quanto riguarda l'origine della chiesa, scrive Christian Di Bella, «la tradizione vuole che il luogo di culto sia stato dedicato al Salvatore da San Silvestro (papa dal 314 al 335), ma poiché nel IV secolo le terme neroniane-alessandrine, su cui sorgeva la chiesa, erano ancora in piena attività, appare inverosimile che si fosse concessa, in quel periodo, la realizzazione di tale opera a carattere religioso». Più accreditata è la tesi per la quale la chiesa fu consacrata da San Gregorio Magno, pontefice dal 590 al 604. «Nelle fonti bibliografiche si riferisce che il papa racchiuse dentro l'altare maggiore molte reliquie, per le quali i fedeli accorrevano a lucrare le indulgenze e più tardi anche per osservare anche le dimensioni della statua del Cristo».

Il volume su San Salvatore in Thermis ospita anche una nota dell'Ambasciatore di Francia in Italia, Jean-Marc de La Sablière, e dell'Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, Stanislas de Laboulaye. «Siamo felici - scrivono i due alti diplomatici - di salutare la pubblicazione di quest'opera, ultimata nel 2011, che rappresenta una testimonianza preziosa della presenza francese intorno a piazza Navona, e saremmo lieti di rivolgere i nostri ringraziamenti al Senato della Repubblica per il sostegno che ha fornito a questo originale progetto che permette di far luce su questa pagina poco conosciuta dell'eccezionale storia che lega la Francia e l'Italia».

Lunedì 14 maggio 2012 la presentazione del libro nella Biblioteca del Senato »

Nelle immagini, dall'alto in basso: 1) la copertina del libro; 2) San Giuliano, frammento di affresco di epoca medievale già nella chiesa di San Salvatore, oggi in palazzo della Sapienza; 3) Rodolfo Lanciani, Forma Urbis Romae (1893-1901), particolare delle terme neroniane-alessandrine; 4) angelo reggistemma (particolare) in un affresco staccato, ora conservato a Palazzo Madama.



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