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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 75 (Nuova Serie), febbraio 2024

Il punto di vista dei dipendenti utenti

orientamentoDopo aver raccolto, negli articoli dei numeri precedenti, le osservazioni ed i suggerimenti degli utenti esterni, dagli studenti, ricercatori e professionisti ai docenti universitari e giornalisti, nel presente numero lasciamo la parola a colleghi di vari uffici, i quali, per motivi di lavoro e/o interessi di studio, utilizzano i servizi offerti dalla Biblioteca. Ricordiamo le tre domande della nostra intervista, inerenti il tipo di rapporto con la nostra Biblioteca, un giudizio sulla scelta di apertura al pubblico e suggerimenti per il futuro.

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Sono prevalentemente le competenze lavorative a condurre in Biblioteca Alessandro Scurti, segretario parlamentare da otto anni in servizio presso l'Ufficio dell'Archivio storico: occupandosi dell'attività editoriale dell'Ufficio, il nostro collega fa abitualmente ricorso al materiale librario e periodico della Biblioteca nello svolgimento di ricerche o durante le fasi di lavorazione sui vari volumi curati dall'archivio storico: la frequentazione è intermittente ma "il rapporto di collaborazione corretto e proficuo", soprattutto quando le ricerche sono richieste dagli alti vertici dell'amministrazione e rivestono perciò particolare carattere di urgenza. Non manca una frequentazione per interessi personali e non è mancata soprattutto per il passato, come quando, nel biennio 2007/2008, il collega utilizzava la Biblioteca, naturalmente fuori dell'orario di lavoro e spesso sacrificando giorni di ferie, nella fase finale della redazione della sua tesi di dottorato.

Anche nel caso di Silvia Fancelli, assistente parlamentare in forza al Servizio di Questura e del Cerimoniale, sono insieme esigenze lavorative e di studio a condurla in Biblioteca. Per lavoro, ha avuto spesso il compito di seguire gli eventi (convegni, mostre, presentazioni di libri), che si svolgono nella Sala degli Atti Parlamentari o nella Sala Capitolare della Biblioteca. Sono poi gli studi di giurisprudenza (dapprima per la preparazione degli esami universitari, poi per quella della tesi e dell'esame di abilitazione alla professione forense) ad aver condotto più volte la collega presso la nostra Biblioteca, particolarmente ricca, come è sua vocazione, di testi giuridici.

Risale al lontano luglio 1987, cioè al momento dell'assunzione in Senato, la quotidiana consuetudine con la Biblioteca di Massimo Mastrogregori, documentarista dell'Ufficio informazioni parlamentari e studioso di storia contemporanea, che, forte del confronto con altre biblioteche italiane e straniere, loda della nostra Biblioteca il livello elevato delle raccolte ("incrementate anche seguendo i nostri suggerimenti di utenti, cosa piuttosto rara") e dei servizi (dalla facilità di consultazione del catalogo ai tempi solleciti di distribuzione dei libri).

Anche Vladimiro Satta, documentarista del Servizio Studi e studioso anch'egli di storia contemporanea, è da decenni abituale frequentatore della nostra Biblioteca, come anche di quella della Camera, sia per esigenze lavorative che per i suoi interessi di studio, che lo portano a consultare libri e periodici, oltre che i quotidiani della nostra ricca Emeroteca, a fruire del prestito, a seguire i convegni d'interesse.

Sulla scelta di apertura al pubblico operata dieci anni fa è unanime la valutazione positiva dei nostri colleghi: Scurti e Satta concordano nel definirla "opportuna" e "importantissima", per aver messo a disposizione del vasto pubblico un patrimonio culturale ampio e spesso raro; "bellissima cosa" per Mastrogregori, che sottolinea come l'apertura abbia comportato l'evoluzione da una gestione soddisfacente ma "artigianale" ad una riorganizzazione di sale e servizi concepita secondo criteri di moderna funzionalità. Non era la finalità ma è una conseguenza accessoria dell'apertura al pubblico quella su cui pone l'accento la Fancelli: "far conoscere l'istituzione del Senato" ed offrirle "un'ulteriore e utile occasione per far conoscere la competenza e la professionalità dei propri dipendenti", che lei stessa ha sperimentato - giudizio sul quale concordano anche gli altri colleghi intervistati - nelle vesti di utente.

Circa i suggerimenti per i decenni a venire i colleghi ci hanno fornito molte indicazioni, sulle quali sicuramente rifletteremo, anche se non tutte sono di facile attuazione.

Anzitutto, gli spazi. Mastrogregori esprime la difficoltà che talvolta si ha nel trovare posto, soprattutto al pomeriggio, ed auspica un migliore sfruttamento degli ambienti con luce naturale, in qualche caso attualmente destinati a magazzini; inoltre, il collega immagina degli ambienti in cui sia possibile parlare, separati dalle sale di consultazione, ed una sala destinata alle novità. Satta consiglia di migliorare la segnaletica delle sale e delle collocazioni, soprattutto al primo e secondo piano e nel ballatoio dell'Emeroteca, e circa quest'ultima vedrebbe con favore la riunificazione di quanto attualmente distribuito nelle tre sedi di Palazzo Madama, Palazzo della Minerva e magazzino esterno (prospettiva cui, in realtà, osta la sterminata estensione del patrimonio di giornali e periodici). La Fancelli, per rimanere ai temi dell'accessibilità e del comfort, fa propri i desiderata anche degli utenti esterni, accennando all'insufficiente funzionamento della climatizzazione (in verità, annoso problema del nostro assolato Palazzo) ed alla scarsità di distributori di cibi e bevande.

Sul piano dei servizi, Satta segnala l'esigenza di un maggior numero di macchine fotocopiatrici e di una loro costante manutenzione, e, congiuntamente a Mastrogregori, desidererebbe che fosse possibile consentire ai lettori anche riproduzioni digitali, oltre che fotocopie. La Fancelli vedrebbe positivamente l'acquisizione di ulteriori banche dati e una maggior facilità di accesso ad Internet mediante wi-fi.

Altre osservazioni riguardano servizi, di cui purtroppo la contrazione del personale ha comportato riduzione o soppressione, quali il prestito interbibliotecario o l'assistenza nelle sale di lettura (anche per prelevare volumi posti su ripiani alti degli scaffali ad apparente libero accesso). Una soluzione ci viene additata nella riduzione dei convegni su tematiche estranee agli interessi della Biblioteca, e che tuttavia si svolgono in Biblioteca e ne coinvolgono il personale ausiliario in compiti di assistenza.

Inoltre, secondo una prospettiva di Polo Bibliotecario Parlamentare, si avverte l'esigenza di uniformare sempre più regole e procedure con la Biblioteca della Camera e di rendere più celere il meccanismo di arrivo di volumi posseduti dall'altra Biblioteca (possibilità riservata ai soli utenti interni).

E, tornando in conclusione al digitale e formulando un augurio di sempre maggiori successi alla nostra Biblioteca nei suoi futuri decenni, rilanciamo ai nostri lettori la segnalazione che ci proviene dal collega Mastrogregori circa l'iniziativa promossa ad Harvard per progettare la Biblioteca del futuro.

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