Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice

Discorso pronunciato nell'Aula del Senato

Signor Presidente della Repubblica
Signor Presidente della Camera dei Deputati
Signor Presidente del Consiglio
Signor Presidente della Corte costituzionale
Saluto e ringrazio tutti i Rappresentanti delle Associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo; custodi di una storia di sofferenza, dolore e riscatto che è la nostra storia. La storia di un’Italia che non dimentica.
Quello di oggi è un solenne appuntamento alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più delle Alte cariche dello Stato per ricordare e tramandare pagine di una fase storica che ha profondamente segnato la nostra Nazione.
Dal 1969, anno della strage di Piazza Fontana, oltre quindicimila sono stati gli atti di varia natura legati al terrorismo che hanno causato centinaia di morti e migliaia di feriti.
Una violenza feroce e così spregiudicata da creare nei cosiddetti “anni di piombo” un diffuso sentimento di paura, sgomento e insicurezza.
Ma oggi vogliamo ricordare come lo Stato sia riuscito a sconfiggere chi voleva colpire al cuore la Nazione e la democrazia.
Le leggi anche speciali, così come gli strumenti messi in campo a supporto delle Forze dell’ordine e della magistratura, sono state fondamentali e hanno rappresentato un modello al quale si sono ispirate anche altre Nazioni.
Ancora più importante è stato il coraggio di donne e uomini - come il Commissario Luigi Calabresi e il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa - che hanno fatto del senso del dovere, dell’amore per la Patria e dell’impegno per la legalità e la giustizia, un valoroso stile di vita. 
La coesione nazionale è stata la vera arma in più.
E in questa prospettiva è necessario proseguire l’importante opera di desecretazione degli atti delle Commissioni d’inchiesta che hanno indagato su molte tragiche pagine del nostro passato per rimuovere ogni ombra, ogni dubbio, ogni interrogativo ancora aperto. 
A tal proposito, voglio ricordare le parole del Presidente Mattarella: “Cercare la verità è sempre un obiettivo primario della democrazia. La verità è inseparabile dalla libertà. Tante verità sono state ricostruite e conquistate, (..) altre non sono ancora del tutto chiarite o sono rimaste oscure. Non rinunceremo a cercarle con gli strumenti della legge e con un impegno che deve essere corale”.

Le sue parole indicano a tutti noi la via maestra da seguire.
La verità: è questo il primo e più importante obbligo morale che abbiamo nei confronti di tante vite innocenti e di coloro che si sono sacrificati per difendere la democrazia e la Repubblica.
Sono tutte vittime di un odio che non deve tornare mai più.
Non posso esimermi dal ricordare inoltre come l’odio politico, di qualunque colore, abbia portato alla morte anche molti giovani che avevano come unica colpa quella di credere in alcuni valori e che non riuscivano ad accettare di non poter rivendicare le proprie convinzioni.
Oggi ricorre il 46° anniversario dell’uccisione di Aldo Moro. 
Un omicidio brutale che ha seguito l’eccidio della sua scorta avvenuto 55 giorni prima.
E in quello stesso giorno – in quel maledetto 9 maggio del 1978 – veniva assassinato anche Peppino Impastato: vittima della mafia e – se mi è consentito – di quel terrorismo mafioso altrettanto crudele e spietato.
Un deferente pensiero infine alle recenti vittime del terrorismo internazionale e di quello di matrice religiosa. 
Penso ai tanti che hanno perso la vita a Parigi, a Berlino, a Londra, in Europa e non solo. 
Cambiano gli scenari internazionali, cambiano i nemici della democrazia e cambiano anche gli obiettivi dei terroristi; quello che non deve cambiare è il nostro impegno contro un nemico spesso invisibile. 
Prestiamo attenzione agli avvenimenti dell’attualità, dove guerre e conflitti possono generare anche nelle nostre piazze e nelle nostre università inaccettabili forme di contestazione nei confronti di singole persone o delle Istituzioni, volte a limitare la libertà di espressione.
E’ giusto e doveroso consentire ogni forma di protesta civile, ma è altresì necessario lavorare per impedire che violenze e sopraffazioni possano dar luogo a episodi che si pongono al di fuori delle regole della vita democratica.
In conclusione, nel ricordare gli sforzi e i successi della lotta al terrorismo, vorrei sottolineare che quando l’Italia era sull’orlo del baratro, lo Stato ha saputo risollevarsi e dimostrare coraggio e forza. 
Quel coraggio e quella forza che oggi sono il filo conduttore dell’omaggio che tutti noi tributiamo alle vittime del terrorismo, ai loro familiari e alla meritoria opera portata avanti dalle associazioni.
Grazie.