Proseguono in Senato gli appuntamenti dedicati al processo di integrazione europea e alla formazione delle istituzioni europee in una prospettiva storica, politica e giuridica. Giovedì 13 giugno 2019 si è svolto nella sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato il secondo incontro del ciclo Conversazioni al Senato - L'Europa che vogliamo, specificamente incentrato su temi d'attualità: principio di sussidiarietà, federalismo, autonomia e insularità.
Nel corso dell'ultimo mezzo secolo il processo di integrazione tra istituzioni europee e nazionali ha comportato dei cambiamenti a vari livelli in tutti gli organismi coinvolti: le istituzioni centrali europee, i parlamenti e i governi nazionali, ma anche gli enti locali e periferici. L'alternarsi di movimenti centrifughi e centripeti rispetto a un centro ideale di coordinamento istituzionale su scala europea ha stimolato, poco a poco, il profilarsi di situazioni inedite di collaborazione tra istituzioni politiche preesistenti, ma ha anche dato propulsione a soluzioni innovative, come la creazione nei due rami del Parlamento italiano di un'apposita commissione permanente, specificamente dedicata alle Politiche dell'Unione europea.
L'Archivio storico del Senato ha, come di consueto, allestito un percorso espositivo storico-documentario che ha permesso di cogliere la non linearità dei processi storici che hanno portato, non senza contraddizioni, all'integrazione odierna. Si parte dalla diplomazia otto-novecentesca e dal suo sforzo ininterrotto, nonostante la competizione militare, volto a guidare la politica estera degli Stati europei al di là degli interessi egoistici e dei particolarismi, e con la volontà di smussare le rivalità tra popoli, come testimoniano le pagine, esposte nella piccola mostra documentaria, del periodo della Grande Guerra e tratte dal Diario di Guglielmo Imperiali, ambasciatore italiano e senatore del Regno: nel corso di quegli anni maturò in lui la convinzione profonda secondo la quale il compimento del Risorgimento nazionale dovesse armonizzarsi con il rispetto dell'autodeterminazione di tutti i popoli.
Il contatto con l'opinione pubblica estera era ed è garantito anche dalla costante presenza nelle Aule parlamentari dei giornalisti della stampa estera, ospitati regolarmente in apposite tribune. Durante il periodo statutario, queste erano affollate soprattutto in occasione delle sedute solenni, come le sedute reali d'inaugurazione della legislatura e della sessione, ma anche durante i dibattiti parlamentari più accesi. La documentazione amministrativa degli uffici della Questura del Senato testimonia dei contatti regolari con i giornalisti d'Oltralpe mediante carteggi, elenchi, inviti e lasciapassare. Ma documenta anche le visite ufficiali dei capi di Stato o di governo stranieri, con dovizia di resoconti relativi al cerimoniale, alle delegazioni di senatori, alle parate, ai discorsi, ai ricevimenti, come avvenne in concomitanza con la visita dei sovrani britannici Edoardo VII nell'aprile 1903 e Giorgio V nel maggio 1923.
Dai rapporti politici bilaterali tra Stati europei si passò, con l'integrazione crescente a partire dalla seconda metà del Novecento, alla politica collegiale svolta dalle prime importanti istituzioni europee, in principio circoscritte alla cooperazione economica. La complessità crescente delle comunità europee comportò anche una trasformazione delle agende politiche parlamentari, con ripercussioni anche sulle modalità di funzionamento degli organismi politici nazionali e locali.
Ad esempio, appuntamenti fissi nella programmazione dei lavori parlamentari degli Stati aderenti alle comunità europee sono divenute in progressione di tempo le discussioni sui provvedimenti relativi all'attuazione della normativa o della politica comuni, in particolare su quelli inerenti alle procedure per l'esecuzione degli obblighi comunitari. Illustrano tale evoluzione vari documenti esposti nella mostra, tra cui quelli tratti dal fascicolo del Servizio dell'Assemblea del Senato relativo al disegno di legge n. 835 della X legislatura, divenuto poi la legge La Pergola 9 marzo 1989, n. 86, Norme generali sulle procedure per l'esecuzione degli obblighi comunitari.